B&B Lu Striglioni

Murta Maria - Porto san Paolo - Olbia - Sardegna

AggiusAGGIUS. I boschi e i monti che la avvolgono, hanno preservato l’unicità delle sue tradizioni, dei suoi canti, dei suoi prodotti tipici quali i tappeti tessuti a mano dalle artigiane del posto sui vecchi telai di legno. Il granito domina, padrone incontrastato del territorio ed elemento fortemente caratterizzante. È nella Piana dei Grandi Sassi che la maestosità della pietra si rivela, rocce dalle forme insolite e originali creano uno scenario lunare estremamente suggestivo. Le prime comunità preistoriche hanno, infatti, scelto di stanziarsi in questi luoghi impervi ma al contempo propizi all’insediamento e di utilizzare i numerosi ripari sotto roccia come abitazioni, sepolture e luoghi di culto. Il visitatore più suggestionabile, o forse il più attento, potrebbe sentire nelle notti tempestose il suono di un tamburo con il quale al tempo delle “faide” che insanguinavano il paese, il demonio perseguitava gli abitanti della contrada.

AGLIENTU. Costituisce una delle sue attrattive la varietà del paesaggio, diviso tra la costa con le sue spiagge bianche e i suoi promontori frastagliati e l’entroterra con i suoi fertili campi e i boschi di sughere e lecci. I litorali, in particolare quello di Lu Litarroni, sono stati frequentati dal Neolitico Antico come punti di approdo e sosta lungo la navigazione di piccolo cabotaggio che “commerciava” l’ossidiana sarda. La posizione strategica a controllo delle Bocche di Bonifacio ha continuato ad essere sfruttata in età nuragica quando sono sorti i nuraghi posti in luoghi dominanti a guardia delle coste, come il nuraghe Tuttusoni. Proprio il timore di incursioni dal mare ha indotto ancora nel 1606, durante la dominazione spagnola, alla costruzione di una torre d’avvistamento sul mare (Torre di Vignola).

ALÀ DEI SARDI. Sorge in un’area pianeggiante al centro di un vasto altipiano, caratterizzato da boschi di lecci, querce da sughero, roverella, ginepro e corbezzolo. Il granito a vista connota gli edifici di rigorosa geometria a due o tre piani che delimitano i cortili lungo i vicoli tortuosi. L’insediamento si è sviluppato senza soluzione di continuità dal Neolitico a oggi. Pregevoli testimonianze archeologiche sono i nuraghi di Boddò e Intro ‘e Serra; suggestivo è il masso di Lughia Rajosa nelle cui protuberanze rozzamente scolpite sul davanti la tradizione locale identifica le mammelle, e sulla sinistra una massa sporgente ricorda un neonato tenuto in braccio durante l'allattamento. Di indiscutibile bellezza è il complesso nuragico di Sos Nurattolos,costituito da una fonte sacra, da un piccolo tempio a megaron, e da alcune capanne.

ARZACHENA. Conosciuta ed apprezzata ovunque per le sue bellezze naturalistiche e storiche è il comune della rinomata Costa Smeralda. Le caratteristiche peculiari del paesaggio hanno determinato la ricchezza del patrimonio archeologico, uno dei più rappresentativi della Gallura. Si può qui delineare con facilità l’evoluzione della cultura megalitica, dalla semplicità dei circoli funerari di Li Muri, alla monumentalità delle tombe di giganti di Coddu Ecchju e Li Lolghi, dei villaggi nuragici di Albucciu e La Prisgiona e del tempietto di Malchittu. Tutti i siti sono inseriti in un parco archeologico gestito dalle Società Lithos e Anemos che forniscono un encomiabile servizio di visite guidate. Il suggestivo Golfo di Arzachena, infine, racchiude il suo più pregevole tesoro naturalistico, lo stagno di Salone, meta ambita per gli amanti del birdwatching.

BADESI. Ha il suo punto di forza nella grande spiaggia che si stende dalla foce del Coghinas alle rocce dell'Isola Rossa, e nella zona retrostante delle dune (per le quali c'è una proposta di salvaguardia ambientale). I verdeggianti vigneti, le colture pregiate, marcano le colline che guardano il paese, abitato già dai nuragici come attestano le rovine di tre nuraghi posti a controllo delle risorse naturali. Una leggenda narra che il primo nucleo abitato avrebbe avuto origine alla fine del 1700 ad opera di un certo Antonio Stangoni che avrebbe costruito la sua pinnetta (capanna) nella zona conosciuta ancora oggi come Li Pinnetti di lu riu, perché prossima al Rio Badu.

BERCHIDDA. Nota per la ricchezza della sua enogastronomia e per la produzione del vino Vermentino a cui è dedicato un museo, il paese sorge su un terreno in forte pendio, alle pendici della catena del Limbara. Dai sentieri che la percorrono, si domina la vallata sottostante e le case, i palazzetti neoclassici e liberty addossati gli uni agli altri a formare un intricato e suggestivo dedalo. Numerosi dolmens, domus de janas, nuraghi, strutture difensive megalitiche sono disseminati nel territorio (S. Caterina, S. Andrea, S. Michele, Monte Acuto, Giolzia) e attestano la presenza di comunità stanziali dal Neolitico. Il picco del Monte Acuto con le rovine del castello che nel Medioevo controllava e difendeva il territorio è, infine, meta imprescindibile di chi visita il luogo.

BORTIGIADAS. È situata ai piedi de li Monti Incatinati, chiamati così perché i cespugli rigogliosi di edera che li caratterizzano si intrecciano incatenandoli. La prima attestazione del villaggio chiamato originariamente Orticlata risale al XIV secolo d.C., ma il suo territorio è stato abitato dalla preistoria. Particolare attenzione, per l’eccezionalità del tipo monumentale in Gallura, sono le domus de janas presenti nelle località di Lu Scupagghju, Petra Ruia e Tanca Ezza. Quest’ultima, inoltre, nei recessi della sua camera sepolcrale è istoriata con motivi stilizzati per lo più raffiguranti la protome taurina, dispensatrice di vita.

BUDDUSÒ. Rivestita di lussureggianti sugherete, famosa in tutto il mondo per il suo granito grigio, conserva integro il paesaggio urbano costituito dai caratteristici edifici ottocenteschi, alti ed eleganti. Il suo territorio presenta segni di insediamenti umani dalla preistoria, come attestano le necropoli a domus de janas di Ludurru e di Iselle, nonché il nuraghe Loelle. Al periodo romano risalgono le tracce del centro romano Caput Tyrsi ubicato presso le sorgenti del fiume Tirso. Le notizie relative alla presenza di un centro abitato identificabile con quello attuale risalgono al periodo medievale.

BUDONI. Posta al confine orientale della provincia Gallura, si caratterizza per il felice connubio tra le risorse del mare e quelle dell’entroterra, come attesta il recente sviluppo costiero, motivato dalla bellissima spiaggia incorniciata da distese di pini, che non ha condizionato il proseguo delle attività agro-pastorali cui per tradizione i budonesi sono legati. Dalla multicolore macchia mediterranea emergono le testimonianze del suo passato, quali il dominante nuraghe Conca ‘entu di Solità, una piccola torre d’avvistamento posta a controllo dei pascoli e della costa.

CALANGIANUS. Perfettamente inserita nel paesaggio boschivo che la circonda, caratterizzato dalle preziose sughere che, com’è noto, sono il cuore pulsante dell’economia del luogo: la lavorazione del sughero, per la quale il piccolo centro è conosciuto ovunque. Notevoli sono tuttavia anche le risorse archeologiche a partire dalle imponenti manifestazioni della civiltà nuragica, quali il complesso di Monti di Deu che comprende i nuraghi Agnu e Bonvicinu, la fonte di Li Paladini, la tomba di giganti di Pascaredda, una muraglia turrita ubicata, sulla cima del monte, a 669 metri di altitudine.

GOLFO ARANCI. Già nel suo nome, la cui vera identità è celata da un errore di trascrizione, emerge la sua vocazione marinara. In realtà il toponimo esatto è Golfo di li ranci, cioè dei granchi, che pullulano numerosi e appetitosi nei multicolori fondali marini. L’imponente mole calcarea di Capo Figari sovrasta, dominante, il piccolo borgo. Stupende spiagge, mare cristallino, un porto attrezzato non sono la sola attrattiva del posto, che presenta un passato ricco di storia e tradizioni. Un posto di riguardo occupano i bei tafoni, nei quali è stata rinvenuta ceramica decorata della neolitica Cultura di Ozieri e il Pozzo Sacro nuragico Milis, un pregevole esempio di tempio a pozzo monumentale.

LA MADDALENA. Il comune prende il nome dal centro abitato omonimo, ma in realtà comprende l’intero Arcipelago di La Maddalena, ovvero un’insieme di meravigliose isolette che costituiscono Parco Nazionale. Le baie tranquille di queste, in particolare i tafoni di Cala Corsara e Cala Villamarina, hanno restituito i primi insediamenti umani noti in Gallura, risalenti al Neolitico Antico. In queste cale riparate dai venti i naviganti, dalla preistoria, hanno trovato comodo riparo durante i loro viaggi per mare. L’isola di Caprera, infine, conserva intatta la memoria del suo abitante più celebre: Giuseppe Garibaldi che la comprò e la scelse come rifugio dei suoi ultimi anni di vita.

LOIRI PORTO SAN PAOLO. Il paesaggio è disseminato di “tafoni”, alcuni dei quali, portano scolpite le indelebili tracce degli eventi sanguinosi che alla fine del XIX secolo d.C. hanno seminato il terrore nelle pacifiche genti degli stazzi: le faide, ovvero le inimicizie scoppiate tra famiglie rivali spesso per motivi “d’onore”, che sfociavano in un vicendevole massacro. Testimonianze di storia antica sono tra gli altri l’altura fortificata nuragica di Lu Monti Lisciu che domina la fertile piana e il mare di Tavolara, la chiesa di San Giovanni Battista di proprietà dei cavalieri templari e la roccia di Garibaldi, ovvero un masso granitico la cui iscrizione incisa “Qui Garibaldi per Mentana sostò” conserva memoria del passaggio a Porto San Paolo dell’eroe dei due mondi.

LUOGOSANTO. Il primo aggettivo sul paese che viene in mente a chi l’ha visitato è “accogliente”; l’atmosfera che si respira entrando in questo borgo protetto dai monti è di grande spiritualità. Ci si sente, infatti, proiettati in un lontano passato in cui eremiti e asceti hanno trovato il luogo ideale per vivere in completa solitudine. A questo proposito si ricorda il suggestivo eremo dei Santi Nicola e Trano, vissuti tra la fine del IV e il V secolo d.C. I suoi primi abitanti sono stati i Nuragici che hanno costruito un ingente insediamento sulle colline che dominano il paese, del quale è stata scavata una grande capanna delle riunioni con focolare centrale. Testimonia la vitalità del territorio in età medievale il Palazzo di Baldu con annesso villaggio.

LURAS. Piccolo borgo, fiero e generoso, fedelmente e tenacemente conservatore delle sue usanze, come testimonia il museo etnografico Galluras. Si richiama una curiosità “inquietante”: è qui custodito il martello della “femmina Agabbadora”, cioè uno strumento con il quale, in antico, una donna, generalmente la levatrice, era incaricata di praticare l’eutanasia ai moribondi. Una ricca comunità a carattere agro-pastorale vi era stanziata dall’età neolitica, come testimoniano le sepolture dolmeniche risalenti al Neolitico Recente (Dolmen di Ladas, Ciuledda, Alzoledda e Billella). Sulle rive del lago artificiale sul Fiume Liscia due immensi olivastri millenari sono gli ultimi testimoni di un ambiente naturale ormai scomparso.

MONTI. Suggestivo paese di collina, è circondato dalle montagne del Limbara a ovest e dai Monti di Alà a sud e coperto da vasti boschi di sughero e leccio, che spesso proteggono vigneti rigogliosi e dalle uve rinomate, curate dalla locale Cantina Sociale. Ha conosciuto una continuità di insediamento dal Neolitico a oggi, ne sono testimonianza viva i suoi monumenti. Tra questi merita particolare attenzione il Nuraghe Logu e il seicentesco santuario di San Paolo Eremita, oggetto di grande e costante devozione da parte di tutte le genti della Bassa Gallura.

OLBIA. La sua straordinaria posizione geografica e ambientale è già rivelata dal suo nome greco (olbia=la felice). Il panorama è un trionfo di colori, le sfumature cristalline del mare e l’alternanza di giochi cromatici della vegetazione creano scorci suggestivi. Il suo territorio è stato popolato ininterrottamente dal Neolitico ai nostri giorni. Significative sono, infatti, le vestigia archeologiche presenti, in particolar modo relative all’età nuragica (Pozzo Sacro di Sa Testa, Nuraghe Riu Mulinu, Tomba di Giganti di Su Monte ‘e s’Ape) e a quella punico-romana (mura puniche, Acquedotto di Sa Rughittola e Fattoria di S’Imbalconadu), visitabili accompagnati dalle guide di una cooperativa. Si staglia, a dominio della fertile piana il Castello di Pedres, mirabile testimonianza dell’età medievale. Recentemente la realizzazione di un tunnel nell’area portuale ha consentito, tra l’altro, il recupero di 24 relitti di navi, due dell’età neroniana, 16 di quella vandalica e due dell’età giudicale, con il loro carico di “tesori”. Meta imprescindibile è il Museo Archeologico che ha sede in città e dove, tra gli altri importanti reperti, sono esposti alcuni dei relitti.

OSCHIRI. Adagiato in una distesa pianeggiante fertile e solatia, si caratterizza per la fedeltà alle proprie peculiari tradizioni, soprattutto gastronomiche. Ci si riferisce in particolare alla Panada, il tipico prodotto formato da una sfoglia di pane farcita con carne e aromi, che ogni anno è celebrata in una Sagra. Interessante è anche il panorama storico-archeologico che si contraddistingue per la presenza di 12 necropoli a domus de janas e circa 50 nuraghi tra semplici e complessi, tra i quali il Nuraghe Conchedda e le belle chiese medievali: la Madonna di Othi e Nostra Signora di Castro. Il santuario romanico di Castro è estremamente interessante, vi si può ammirare l’antica fortificazione romana (castrum) che faceva dell’area un nodo viario importante e strategico lungo la strada che conduceva dall’entroterra logudorese alle coste.

PADRU. Un’alternanza di valli rigogliose e monti boscosi rende l’ambiente naturalistico piacevole e vario. L’aspetto selvaggio dei luoghi e la natura incontaminata ben si sposano con l’ospitalità e la convivialità degli abitanti, che si caratterizzano per un forte senso di appartenenza alla loro comunità e per la salvaguardia del proprio patrimonio culturale. Questo spiega la presenza di numerose aziende agrituristiche a conduzione familiare, rinomate oltre i confini territoriali. Particolarmente interessante è il sito archeologico di Santu Miali (San Michele), un insediamento risalente all’età romana con una continuazione d’uso nel Medioevo. A quest’ultimo periodo risalgono le due chiese rinvenute.

PALAU. Inserita armoniosamente nello splendido paesaggio che la circonda e dominata a est da una maestosa roccia granitica nella quale le forze naturali hanno plasmato la figura di un orso (Capo d’Orso) e a Nord Ovest dalla Fortezza di Monte Altura, costruita nel XIX secolo per difendere la costa da un temuto attacco francese. Per la sua posizione strategica sul mare i tafoni costieri sono stati frequentati lungo le rotte dell’ossidiana e della selce già dai navigatori neolitici. Il monumento forse più noto è infine la tomba di Giganti di li Mizani, maestosa sepoltura comunitaria di età nuragica. La caratterizzante civiltà degli stazzi è qui così sentita dall’aver portato alla creazione di un museo che fa rivivere la quotidianità che i galluresi hanno vissuto nell’arco di tre secoli.

SANT’ANTONIO DI GALLURA. La sua storia millenaria rivive costantemente nella memoria e nelle occupazioni dei suoi abitanti. Radicata è qui, infatti, la volontà di tutelare le abitudini di vita degli stazzi, molti dei quali continuano ininterrottamente da più di due secoli, mai mutati nell’aspetto, a essere abitati dai discendenti dell’amato fondatore. Il territorio è ricco di testimonianze del suo remoto e misterioso passato, tra questi merita particolare attenzione una possente muraglia megalitica situata nell’impervia Sarra di l’Aglientu, forse per difendere e controllare i luoghi in età preistorica. La forte spiritualità che contraddistingue la popolazione locale è testimoniata dal pullulare di chiesette campestri curate e meta di frequenti pellegrinaggi.

SANTA TERESA GALLURA. Ricca di monumenti di storia sepolta che stanno emergendo dall’oblio del tempo, unisce le bellezze dei litorali dalle linee tormentate alla policromia della rigogliosa vegetazione. La sua posizione strategica lungo le rotte commerciali che tramite la vicina Corsica portano al continente ha determinato il suo ruolo di primo piano dall’età neolitica. Le vestigia archeologiche più rappresentative sono costituite dagli insediamenti nuragici, tra i quali quello di Lu Brandali. Il promontorio di Capo Testa conserva numerosi e spettacolari i resti delle cave di granito d’età romana, mentre il castello catalano-aragonese di Longonsardo domina, maestoso, il fiordo naturale omonimo.

SAN TEODORO. Il centro abitato sorge in una grande e antica pianura, incorniciata da coste frastagliate con porti naturali, cale solitarie, spiagge bianche e da numerose colline nelle quali dominano vere e proprie multiformi sculture naturali di roccia granitica. Lungo il percorso che conduce alla spiaggia, lo sguardo è catturato dalle acque salmastre della laguna, luogo di sosta dei fenicotteri rosa nelle loro peregrinazioni per il Mediterraneo. Le sue coste, riparate dai venti turbinosi di maestrale, sono state frequentate senza soluzione di continuità dall’età punica a quella romana. Numerosi sono, infatti, i relitti di navi romane rinvenute. L’abitato moderno si è naturalmente sovrapposto a quello della medievale Villa de Offolle che a sua volta si era impostata sull’antico centro di Coclearia, importante stazione romana sulla strada per Cagliari.

TELTI. È incastonata fra le montagne granitiche, gli alberi secolari di olivastro, le sughere e i ginepri. La sua storia risale, per quanto noto, all’età nuragica, di cui restano le rovine imponenti dei nuraghi Lu Naracu e Sa Prexone de Siana. Posta all’incrocio dell’importante strada che da Cagliari conduceva a Olbia, ha rivestito in età romana un ruolo rilevante, che è proseguito sino al Medioevo. Impegnata nella conservazione delle proprie usanze, rivive annualmente il ricordo delle proprie radici contadine, rinnovando tra gli altri, il rito antico di “L’agliola”, ovvero la trebbiatura del grano secondo l’avita tradizione gallurese.

TEMPIO Pausania. Colpisce l’attenzione del visitatore per il felice connubio paesaggistico tra il verde della rigogliosa vegetazione in cui è immersa e il grigio rigoroso delle severe case di granito. Culla del patrimonio culturale gallurese, conserva intatte le testimonianze del suo prestigioso passato, dalle maestose opere architettoniche della civiltà nuragica, i nuraghi Majori e Izzana, alle belle e austere chiese seicentesche. Il Nuraghe Maiori, in particolare, ubicato a meno di 1 Km dalla città, appartiene al cosiddetto tipo misto, cioè coniuga le caratteristiche del nuraghe a tholos e di quello a corridoio e può essere visitato con le guide competenti della locale Società Balares.

TRINITA' D’AGULTU E VIGNOLA. Il doppio nome deriva al comune dalla sua duplice anima: una legata alla terra e l’altra al mare. Il primo nucleo abitato, infatti, è sorto nel XVIII secolo d.C. intorno alla chiesa campestre della Trinità, nella seconda metà del XIX secolo d.C. è cominciato, invece, il popolamento capillare delle coste di Vignola. L’insediamento più antico, risalente all’età neolitica, ricalca esattamente questo rapporto inscindibile fra il litorale e l’entroterra. Le ripide e frastagliate scogliere di granito scarlatto sono state, infatti, le mute testimoni dei primi approdi dei marinai del Neolitico. La presenza di una domus de Janas situata in località Lu Calteri attesta, infine, la vitalità della società agricola dell’interno, proiettata verso la vicina Anglona.

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